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fiction
Lettera da un amico morto
Published in: Writers Magazine Italia 12, (Nov. 2008). Milano: Delos Books. |
ti starai domandando perché la tua assistente ti ha consegnato questa lettera. Be’, come forse saprai, sono morto. E le mie parole ti arrivano ora per soddisfare un mio desiderio: voglio esercitare su di te il mio diritto alla vendetta. In questo mio presente, che quando leggerai le mie parole per te sarà il passato, ho preparato per te uno speciale futuro. Leggerai e scoprirai che voglio parlarti del libro che mi hai rubato e delle conseguenze del tuo gesto sconsiderato. Sto parlando dell’edizione originale di quel libretto di magia nera che conosci molto bene, il Grand Grimoire di Karter Venetiana che tieni nascosto in casa tua. Non provare neppure a negarlo, Rubarmi quel libro ha segnato l’inizio della fine. Per mia moglie, per me. E, quando avrai terminato questa lettera, anche per te. Immagino tu conosca quel che viene chiamato Col libro che mi hai rubato è stata la stessa cosa. Te l’ho fatto vedere un giorno, ricordi?, parlavamo di testi Quel che invece so è che Mara aveva un rapporto speciale con quel libro. Ti rivelerò qualcosa che abbiamo sempre tenuto nascosto: quel libro è pericoloso; è una fonte di potere. E Mara era malata di quel libro. Il Grand Grimoire era la sua Eppure siamo riusciti ad andare avanti. Mara, proprio attraverso il ripetere quei suoi gesti e rituali, coltivando la sua dipendenza, era anche capace di controllarla. Viveva in equilibrio tra il desiderio di aprire il libro e la possibilità di soddisfare il suo desiderio. Toglierle il libro dalle mani, venderlo, distruggerlo, sarebbe stato un male peggiore che lasciarglielo usare. Così siamo andati avanti mantenendoci quasi normali Poi però tu l’hai rubato, e allora Mara è impazzita. È diventata desiderio allo stato puro. Del libro, naturalmente. Un desiderio che non sapeva più come soddisfare. Incapace di tenere a freno quel desiderio, ha scelto di andarsene. So che questo non puoi capirlo. Non ancora, almeno. Certo, le parole sono importanti per te come lo sono per me. Ci abbiamo costruito un mestiere usando le parole altrui, comprandole e vendendole. E lo sappiamo che le parole sono Davanti al tuo sorriso mi limito a dirti: sorriderai ancora per poco. E non voglio annoiarti ancora con questo. Mara è Quindi Ci hai già provato? Ti ha già mostrato i suoi segreti? Be’, lo spero per te, perché non avrai un’altra occasione per approfondire la sua conoscenza. Almeno, non nel senso che tu intendi. I suoi Angela è bella, è affascinante, intelligente, ma ti assicuro che c’è ben altro in lei, dentro. Potrei dirti che E, a proposito di sangue, hai già notato quella macchia scura alla fine di questa lettera? Non ancora? Non importa, la vedrai. Però vorrei chiederti: per caso, ti è capitato negli ultimi giorni di essere ferito per sbaglio dalla tua cara Angela? Che so, magari ti ha graffiato con una punta di quei pettinini colorati con cui riesce a legare così sensualmente i capelli? Oppure è stata così distratta da E sempre a proposito di sangue, volevo dirti che la parola Hai letto la formula per intero. Sangue, sanilu, era l’ultima parola. Lo so che tu non credi nel potere delle formule magiche. Non hai mai perso l’occasione di rinfacciarmi quelli che chiamavi i miei interessi stupidi e irrazionali per la magia. Il tuo pragmatismo è sempre stato inattaccabile. Però, in questo caso il tuo pragmatismo non ti aiuterà; non ha importanza ciò in cui credi, e presto avrai modo di capire cosa intendo. Ora, mio caro amico, è venuto il momento di lasciarci. Hai il mio libro a tenerti compagnia. Hai scandito la catena di parole necessarie ad attivarne il potere. C’è il tuo sangue a siglare un patto. In questo momento il futuro che io ho costruito per te si sta trasformando nel tuo presente. Fra un po’ ti alzerai e andrai a far visita alla tua bella assistente. Angela ti starà già aspettando. Sono mesi che ti aspetta. E sono certo che rimarrai affascinato da quel che saprà mostrarti, anche se non sono altrettanto sicuro che riuscirai ad apprezzare fino in fondo quel che vedrai. Un’ultima cosa. La vendetta è un piatto che si gusta freddo. Mia moglie è morta. Io sono morto. Tu non ancora. Ma come si fa a essere così certi su quelli che sono i nostri destini? In fondo potrei ancora essere vivo, in un modo che né tu né io comprendiamo. E quindi ti dico: quando attraverserai la porta del tuo negozio, quando comincerai a capire chi si nasconde davvero dentro alla tua assistente, quando scoprirai che non potrai far nulla per evitare il destino che io ti ho preparato, voglio che tu sappia questo: io ti guarderò. Ti sto già guardando. |