non-fiction
Mutazioni in Borderland
Gli ipertesti e la comunicazione multimediale
Augmented Classrooms: A Generator Of Augmented Reality Environments For Learning
Hypertextuality
C’era una volta… la passione infinita: breve storia del cellulare
Prime navigazioni in rete: introduzione alle reti informatiche
Total Theatre and the Transformative Potential of Augmented Total Theatre In Arts, Culture, and Education
Nota critica: Walter J. Ong – Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola
fiction
In cargo verso la Patagonia
Molti, hanno ignorato gli avvertimenti dei marinai sul Golfo delle Pene. Quelli spavaldi abbastanza da pensare di essere immuni al mal di mare, sono quasi tutti sdraiati nelle brandine, o a vomitare. Io invece, che il mal di mare lo conosco bene, mi sono caricato di pillole locali, forti al punto di impedirmi di provare il minimo fastidio anche quando si fa fatica a stare in piedi.
È così che ho il privilegio di essere uno dei pochi capaci di muoversi, di continuare per ore nel gioco di uscire ad ammirare il paesaggio del profondo sud del mondo e rientrare quando le dita dei piedi, e quelle della mani, le sento appena. Fuori, sul ponte, è freddo; piove, nevica a tratti, il vento soffia gelido dentro a stratificazioni di vestiti. I guanti non è che facciano un gran lavoro contro quel vento e quel freddo. E anche la telecamera sembra non gradire affatto quel clima e fatica ad accendersi. Tenerla in mano ferma per filmare mentre con l’altra mano si è aggrappati a qualche ringhiera non è impresa facilissima. Però, però….
Assisto a un’alba d’inferno. La luce è straordinaria. Passiamo dentro a insenature strette che poi si allargano e si stringono ancora. Il cielo scende fin dentro l’acqua. Certe terre brulle e nere sono spruzzate di neve. La nave avanza, e a volte sembra che si muova come in ballo. Spunta il sole, nevica, piove, grandi nuvole bianche riempiono il cielo. E ci accompagnano i delfini. Filmare è difficile, ma…