non-fiction
Prime navigazioni in rete: introduzione alle reti informatiche
Augmented Total Theatre: Shaping the Future of Immersive Augmented Reality Representations
Augmented Classrooms: A Generator Of Augmented Reality Environments For Learning
Protected: Augmented Learning – The development of a learning environment in augmented reality
Augmented Learning: An E-Learning Environment In Augmented Reality For Older Adults
The Shaping of Hypertextual Narrative
Io, l’autore e il narratore
FotoScambio
fiction
La scoperta dell'anima
Allora vedo questa figura scura apparire d'improvviso, un uomo sfigurato, o senza volto, o con un volto che non riesco a catturare. Scivola verso di lei e lei non se ne accorge, io mi avvicino, guardo non visto. La figura scivola verso di lei, un braccio ruota verso l'alto, comincia una danza col coltello in mano, afferra la donna e insiste con la lama su di lei, mentre lei urla, mentre il sangue spilla da lei come un torrente luminoso, la ricopre come un manto purpureo. Il coltello entra veloce nelle nuove aperture della carne, ne esce, ripete ancora e ancora l'esecuzione dell'affondo. Guardo, riparato dietro una colonna, incapace di distaccarmi dalle immagini di lei che urla, lei che si accascia a terra a bere i suoi liquidi, lei immobile ormai, priva di vita. L'assassino ha compiuto il suo rituale. Nessuno in giro, io soltanto ho assistito all'evento, l'assassino si muove, cerca attorno a noi qualcuno, ma soltanto io ho visto, solo io ero presente. Li seguii. Li vidi muoversi come un solo corpo. Lei nelle sue braccia, il suo corpo dondolare, i capelli biondi che sfiorano i pavimenti. Li seguii lungo le strade buie, fino al covo dell'assassino, il luogo dove lo vidi scaricare il corpo nella gabbia, la donna nella gabbia. Poi lo vidi tornare lungo le strade, usare la notte e le strade per nascondere la gabbia. Scostare le pietre del selciato, ammucchiarle di lato, scavare un foro nella terra, gettare la gabbia nel foro, usare la notte e le pietre per nascondere la gabbia che nascondeva il corpo. Fu allora che mi vide, forse vide la mia ombra, non so, non ha più importanza ora. Ricordo i suoi occhi, non la sua faccia. Fuggo veloce, fuggo nella notte e non odo i suoi passi rincorrermi, ma so che la memoria dell'assassino ha catturato il mio volto e che presto sarà su di me per ripetere la danza del coltello, per eliminare i miei occhi che hanno visto. Corro fin quando raggiungo la porta della mia casa.
Giorni dopo, la paura ancora mi abita. Ho parlato con la polizia; l'investigatore a cui il caso è affidato si affida a me sperando invano nella mia capacità di identificare, riportare, porre fine a questo. Mi chiama al telefono, assieme camminiamo nella strada dove una nuova gabbia è stata ritrovata. |