Is there a mind in this mind?
can we really state that the electronic highways and the virtual culture, are just sophisticated systems in charge for the dissolution of our body and of the experience of reality?
can we really state that the electronic highways and the virtual culture, are just sophisticated systems in charge for the dissolution of our body and of the experience of reality?
Gli ipertesti e, più in generale, una logica ipertestuale, producono una trasformazione nei criteri di scambio di informazioni, nei modi stessi di fare comunicazione, e rimettono in discussione molti dei paradigmi ormai assestati a proposito delle concezioni di testo, di analisi testuale, e dei rapporti che vengono a instaurarsi tra gli autori di testi e gli utenti/fruitori.
Borderland: il nome di questa rubrica descrive piuttosto bene i miei gusti, mantiene alta l’ambiguità sui contenuti: c’è horror, ma non solo; c’è altro oltre all’horror, ma non necessariamente; e poi, cosa sia questo altro oltre non è chiaro a nessuno, il che è un modo come un altro per dire: Territori di confine: faccio quello che mi pare.
Riuscirà la narrativa ipertestuale, nata e cresciuta sul Web, a soppiantare il libro? E quali conseguenze avrà sui nostri processi cognitivi la rappresentazione del sapere in forma ipertestuale?
can we really state that the electronic highways and the virtual culture, are just sophisticated systems in charge for the dissolution of our body and of the experience of reality?
In dealing with multimediality and multimedial texts we are often struck by the fact that thick layers of meanings tend more and more to grow around words such as media, multimedia and multimedial communication. But the word Multi ─ more than one ─ does not really tell us much about the relations among the ‘things’ that are somehow joined together, or about those things themselves.
Riuscirà la narrativa ipertestuale, nata e cresciuta sul Web, a soppiantare il libro? E quali conseguenze avrà sui nostri processi cognitivi la rappresentazione del sapere in forma ipertestuale?
Lo compriamo, lo vestiamo con colori nuovi, lo coccoliamo, lo ricompriamo sempre più piccolo, sempre più multifunzionale, col maxi-display a colori e videocamera incorporata. Uno non ci basta, ne vogliamo due, tre: per il lavoro, per gli amici, per i pochi intimi. Ormai è talmente parte della nostra vita che soltanto una manciata di irriducibili riesce a farne a meno, e diventa quasi impossibile pensare a un mondo senza cellulari. Eppure, questa mania per il cellulare che, a ben vedere, ha quasi le forme dell’ossessione, è recente, recentissima. Non occorre andare troppo indietro nel tempo per ricordare un’epoca senza cellulari. Bastano dieci anni. A quei tempi lo squillo dei cellulari era un evento raro. Chi li possedeva era guardato con sospetto, fastidio quasi. Che ci faranno? Ci chiedevamo. Con chi parleranno? Che interesse avranno ad essere sempre rintracciabili?
By progressively extending their influence on a larger number of users, hypertexts, and, in general, a hypertextual logic not only will have a substantial role in reshaping the criteria through which information is created and exchanged, but will also dismantle the solidity of many paradigms now in use on the notions of text and textual analysis, and on the relationships between the authors and readers/users of multimedial documents.
I have already discussed the concept of hypertext in the past when I tried to analyze what hypertexts are, how they work, and how they can be used. I then also described the changes hypertexts are going to introduce in our perception of texts. Placed within the new electronic paradigm, hypertext will introduce substantial changes in our way of dealing with information, of perceiving, creating, preserving, and representing knowledge; in short: our way of thinking. I thus would like to focus here on a special kinds of hypertexts: the narrative hypertexts.