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Estro
Via San Rocco Prosdocimo 30, 35139 Padova , Italia
Tel.++39 049 8725487
Fax++39 049 8725487
Orario: martedì-sabato 16.00-19.30
Contatto: Elga Pellizzari
E-mail: estroarte@libero.it

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Estro
 
Stefano Cagol

Stefano Cagol sviluppa la propria ricerca sulla duplice attenzione verso l’immagine fissa e l’immagine in movimento, ovvero sulla reazione reciproca tra fotografia e video. Quel che emerge su tutto, in questa produzione e con più forza nel video -Living in the Cities in North America, Entropia, Spider&Empire - è un aspetto straniante, vagamente disturbato e alieno che è svelato sotto un’apparenza di quotidianità, sotto la pelle delle più piccole e comuni azioni e cose: un ragno che tesse una tela, attraversato attraverso una zoomata che satura certi toni, rendendoli sintetici (soprattutto il verde acido di fondo), può scatenare un inaspettato effetto trance accattivante; un pianto di bambino può somigliare ad un roco singulto animale, se rallentato ed attutito, e diventando colonna sonora di una piacevole passeggiata – in soggettiva, tra vie affollate di banchi di frutta, vetrine e gente che si muove – trasformarla in un incubo clausrofobico; una gola che fa gargarismo può sembrare inquietante dispositivo mutante; un banale incrocio di megalopoli e relativo traffico cittadino, se velocizzato nel suo flusso normale ed acceso nei suoi colori naturali, appare inizialmente buffo e poi via via può rivelare il suo lato più disumanizzante che può ulteriormente rivelarsi poetico proprio nell’apparente banalità (come le nuvole fotografate con tanta determinazione da Stieglitz). E lo stesso si può dire dei dettagli di una vecchia cucina a gas, del fuori sincrono, asettico e ripetitivo che fa da audio a una truccatissima bambolona in parrucca turchese, al senza-audio dei due uomini che discutono, del personaggio disteso che lentamente sembra destarsi e poi alzarsi dall’iniziale posizione, dei paesaggi metropolitani…Stefano Cagol parte inizialmente dalla riconoscibilità delle immagini e del loro impatto comunicativo giocando immediatamente sulla loro decontestualizzazione – e sulla successiva ricontestualizzazione attraverso lo sdoppiamento, la sintesi e la ripetizione di una stessa immagine o del frammento, producendo un ritmo cadenzato e una struttura associative essenziale che, come una sorta di mantra, via via purifica ogni eccesso e tensione dell’emozionalità consueta originando la possibilità di un nuovo tipo di attenzione verso le cose. Questo dispositivo analitico usato da Cagol affonda le sue radici in un atteggiamento concettuale che però è irrimediabilmente compromesso con suoni, immagini, linguaggi e meccanismi del proprio contesto contemporaneo contaminato che voracemente percepisce ogni suo elemento come uno dei possibili presenti, possibilità aperta, in continua evoluzione e metamorfosi, con possibilità combinatorie infinite: insomma, anch’egli – come Impellizzeri e diversamente da Impellizzeri, con lui in mostra in questa doppia personale – suggerendo una visione delle cose come eventi e non come fondamenti.


Stefano Cagol - catalogo

2000
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