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Estro Via San Rocco Prosdocimo 30, 35139 Padova
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Italia
Tel.++39 049 8725487
Fax++39 049 8725487
Orario: martedì-sabato 16.00-19.30 Contatto: Elga Pellizzari
E-mail: estroarte@libero.it
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Estro |
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Francesco Impellizzeri Rinkoboy
Francesco Impellizzeri attraverso performances e fotografie si esibisce e si ritrae in ironici e sfolgoranti panni di personaggi-parodie di volta in volta diversi, proponendo tematiche legate all’identità maschile/femminile e alla relative questione della rappresentazione (e dei suoi stereotipi). I suoi Rinkoboy, Rokkodrillo, Madame ‘700, Lady Muk, Angelo Candito, Tangentart, Unpopop, BodyGuard sono invenzioni costruite su collage di riferimenti visivi filtrati dalla ricchissima cultura del contemporaneo: films, fumetti, fotoromanzi, videoclips, pubblicità, tv e qualsiasi prodotto della società dei consumi, dall’original taroccato dei tutto a 1000 lire. Accanto alle sue azioni performative la sua ricerca, riecheggiando la divina Contessa di Castiglione - icona che vive a suo modo in molta produzione attuale – si palesa attraverso la fotografia che dà corpo a immagini dalle tinte forti, acide, caramellose, nitide, di grande impatto comunicativo, ridondanti per l’accumulazione degli elementi raffigurati su cui emerge il protagonista della fiction fotografica. E’ ancora il corpo dell’artista ad essere esibito, senza pudore ma sotto mentite spoglie: quelle glamour ma anche trash di ambigui personaggi la cui femminilità rimanda agli eccessi di Carmen Miranda, ai definiti tipi almodovariani o dei più coloriti personaggi dell’Elliot di “Priscilla”, fantastiche muse ed icone alle quali lo sguardo caustico dell’artista ha imposto una comparsata nel tritacarne dei salotti televisivi. In particolare, qui è materializzato lo psichedelico e pseudotecnologico Rinkoboy che - allusivo anche nel nome! – quale perfetto prototipo del ragazzo immagine di discoteche, sfilate e copertine di riviste trendy, si illude di forzare e uscire dalle buone regole borghesi con la trasgressione di plastica, ma resta schiacciato dai suoi meccanismi, che lo rendono vittima di ambizioni modaiole decisamente diffuse. La resa del set è come in ogni lavoro di Francesco Impellizzeri, densa di citazioni e costruisce la stessa atmosfera dell’0immagine pubblicitaria ma con una volontà dissacrante che fa il verso all’aspetto più stereotipato, sfrenato e sfavillante della società dell’apparire: appunto, quella dello spettacolo. Intanto, sopra ogni altra cosa, con la metamorfosi della propria identità i suoi personaggi continuano a giocare, esempi del diritto a vivere se stessi e gli altri come eventi e non come fondamenti. Barbara Martusciello
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Rinkoboy - catalogo
2000
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