Thomas Erben Gallery
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Thomas Erben Gallery
 
Seth Edenbaum Marat

La Galleria Thomas Erben è lieta di presentare la quarta mostra di Seth Edelbaum nella galleria. Saranno in mostra una serie di dipinti ispirati all’immagine della figura del rivoluzionario francese Jean Paul Marat. Sebbene non interessato nel copiare i dipinti di Jacques-Louis David, l’artista vede l’immagine del 1973 come rappresentativa del posto dell’arte nel mondo moderno e come dilemma che confronta se stesso come pittore.
Nel periodo instabile in cui è stata eseguita l’opera originale, le opinioni erano pericolose, e l’immagine di Marat doveva rendere soddisfatta ogni fazione, doveva avere tutti i significati per tutte le persone: eroe, vittima, dio, amico, e tutto ciò nello stesso tempo. L’opera di David è stata pensata per essere vuota, ma l’eseguirla si dimostrava carico di implicazioni per ogni spettatore, nel rispetto di ciò che ognuno avrebbe voluto vederci. Osservare il dipinto indipendentemente dalla sua funzione politica era, nel suo vuoto e tragico formalismo, l’inizio della nostra idea di arte moderna.
Le opere di questa mostra hanno la stessa funzione del dipinto. Sono delle curate disposizioni di linee, colori e sostanze, facendo una sintesi e impiegando stili differenti in diverse figurazioni: campi di colore, astrazione, figurazione, monocromia, lirismo, meccanica, antipittura, paesaggio…C’è un tentativo, come in David, di usare la figura dell’uomo morto come incontro di riferimenti stilistici e contenuto potenziale, ma con un tocco contrario di calore e umorismo.
L’immagine di The Dead Marat, un larga tela di 152,4 x 335,2 cm, viene letta contemporaneamente come quella di un mago levitatore, il suo corpo aggiunto a matita e allungato che allude a un paesaggio esteso o interiore. Ugualmente in Figure with a Dog, segni di matita in una silouette diagonale, circondata da un campo monocromatico rosso, suggeriscono l’emergenza di un’altra figura che contraddice l’immagine principale. L’ironica interpretazione di un cagnolino ai piedi di un cadavere è resa gentilmente, mentre due cuciture poste strategicamente fanno da eco alla materialità del disegno della linea.
In mostra sono anche piccole opere blu dense di materia e un paio di dipinti di media grandezza, che riproducono la testa di Marat. I Red Marat, dalle larghe pennellate ondeggianti monocrome, contrastano con Green Marat, dalla gran varietà di tecniche pittoriche che vanno dal tocco delicato a una dura materialità; una temperatura che varia da momenti di astrazione lirica all’anti-pittura o –alternativamente- da un’immagine di una faccia in decomposizione a quella di serenità buddista.
Le opere prendono origine da fotografie che l’artista ha scattato a un amico, usando una macchina fotografica panoramica usa e getta con il soggetto che indossava vestiti da strada, compreso un maglione da sci la cui decorazione si riscontra in alcuni altri quadri. In mostra c’è anche un’astrazione che, sebbene non così apertamente come in altri pezzi, è coinvolta nelle stesse questioni: come dare senso di complessità e profondità a un dipinto senza basarsi solo su uno stile o su un contenuto.
Edenbaum affronta il suo compito con delicatezza, risolutezza, intelligenza, ironia e abilità, producendo alcuni dei migliori lavori attualmente in circolazione.
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