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Jerwood Gallery
Jerwood Space 171 Union Street, SEI OLN London , Inghilterra
Tel.++44 20 7654 0173
Fax++44 20 7654 0176
Contatto: Stephen Hepworth
E-mail: gallery@jerwoodspace.co.uk
web www.jerwoodspace.co.uk

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Jerwood Gallery
 
A Square of Ground

Paul Carter, Annabelle Dalby, Louisa Fairclough, James Ireland, Daniel Jackson, Bob Matthews, Sarah McFadyen, Obuabang, Matthew Smith.
A cura di Louise Trodden, Coordinatore Jerwood Gallery.
Richiamando il sogno del cercatore d’oro A Square of Ground indaga il nostro desiderio sempre presente di collocarci e immaginare noi stessi dentro a un paesaggio. Lavorando con la fotografia, il video, l’immagine digitale e la scultura, questi 9 giovani artisti che esercitano nel Regno Unito propongono una via d’uscita dal disordine dei rifiuti urbani verso un paradiso sicuro.
La ricerca dell’ideale, di un luogo di calma introspezione, dipinge un paesaggio di genere – i soggetti preferiti delle istantanee delle vacanze e delle immagini delle cartoline – panorami completamente aperti, la baita di legno in mezzo agli alberi, il profilo delle colline contro il cielo e la mesmerica veduta dal mare. Assecondando questi inviti all’evasione ogni visione è impregnate di una sfumatura di sconfitta: miraggi patinati che toccano più spesso il banale che il regno del sublime.
Paul Carter chiede la complicità della volontà del pubblico nel credere che un modesto capanno da giardino attrezzato con una radio CB sia una possibile hot line con Dio.
Le fotografie di Annabelle Dalby di individui in pittoreschi punti panoramici della costa inglese hanno una seducente familiarità che ricorda le istantanee delle vacanze degli anni ’60.
La video proiezione Louisa Fairclough del suo viaggio impossibile nelle pianure intorno al Lago d’Aral presenta una distesa panoramica dall’orizzonte infinito.
I diorami domestici di James Ireland sono costruiti dai banali argomenti di tutti i giorni i cui riflessi e ombre trasformano in immagini le vedute da cartolina.
La serena simulazione al computer di Daniel Jackson basata sul Wimbledon Golf Course segue la progressione di una singola sfera nel realizzare diciotto perfetti buchi da uno.
Bob Matthews disegna scene generate dal computer di rifugio intimo accoccolato in deliziosi giardini e foreste verdi, elaborate con la memoria da generici paesaggi.
Sarah Mc Fadyen si fa strada attraverso il mare con due sedie da ufficio come pietre semoventi sullo sfondo dell’isola di Orkney.
Il pozzo dei desideri di Obuabang, simbolico vascello delle nostre speranze e dei nostri sogni, non porta altro che il riflesso di ogni individuale personalità.
Matthew Smith copia il lettering della scritta “The End” delle sequenze finali dei film matinee di della domenica, trapiantando questa frase sui cieli al tramonto sopra i parchi nazionali del nord dell’Inghilterra.
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