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Lazzaro by Corsi
Via Broletto 39, 20121 Milano , Italia
Tel.++39 02 8052021
Fax++39 02 8052021
Orario: martedì-domenica 10.00-13.00, 16.00-19.30
Contatto: Adriano Corsi
E-mail: lazzarocorsi@tin.it
web www.gallerialazzaro.it

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Lazzaro by Corsi
 
Carlo Borella La poetica emotiva del paesaggio lombardo

Carlo Borella ha compiuto cent’anni il 22 aprile 2000, festeggiando con una personale dal titolo La poetica emotiva del paesaggio lombardo alla galleria Lazzaro by Corsi dal 13 settembre al 1 ottobre 2000. Ha iniziato a dipingere a tredici anni e gli è stato maestro Alfonso Muzzi già allievo di Michetti. I suoi paesaggi lombardi, le chiese di Milano e le case di Valmalenco sono “memorie storiche” poiché nuove esigenze abitative hanno in parte mutato o annullato questi caratteristici angoli di Lombardia. Ha immortalato, con grande tecnica e con sapiente uso del colore la pianura e i suoi alberi con infinite variegature di verdi, o con alterne tonalità di grigi le case di Valmalenco, o con sapienti tocchi di aranci e di giallo le basiliche di Milano. Con grando consensi di critici autorevoli come Portalupi, Villani, Del Bono. E’ presente nel Comanducci dal 1982. Borella ha grandi progetti come quello di altre mostre divulgative e la creazione di una Fondazione che conservi i suoi dipinti.

Il paesaggio lombardo di luci purissime e quello alpino di pietre grigioverdi di Valmalenco o la “specialità” delle nature morte sono visioni esclusive di Carlo Borella, pittore milanese, che il 22 aprile 2000 ha festeggiato un secolo di vita, vissuta in buona salute. Una mostra delle sue opere non è soltanto una celebrazione anagrafica, ma anche opportunità per rivisitare alcuni significativi esemplari della sua ampia produzione pittorica da artista che non ha mai corteggiato il mercato dell’arte. Affezionato e geloso delle proprie creazioni, Carlo Borella non ha mai voluto separarsi dalle proprie tele. Nativo a Baveno, a 13 anni realizzò uno stupefacente paesaggio, tuttora in sue mani, che gli procurò i primi insegnamenti del pittore Alfonso Muzzi, dopo un inizio contrastato da difficoltà, vicende della guerra e responsabilità della vita, dagli anni Sessanta riscosse consensi, in mostre ed esposizioni, da critici come Mario Portalupi, Dino Villani e citazioni dal 1982 nell’autorevole dizionario Comanducci. Carlo Borella predilige la tecnica a olio, dedicandosi al paesaggio lombardo, alla natura morta in una visione realistica e serena, dove la campagna lombarda assume tenere tonalità verdi, gialle. Gli scorci milanesi di chiese, dei navigli restituiscono luminose tinte pastello in immagini vibranti, intense, di efficace suggestione emotiva, viste in modo personale, spontaneo, comunicativo. Questa mostra è un rara opportunità per scoprire il fascino di un patrimonio pittorico poco divulgato, testimonianza del talento di Carlo Borella e del suo eccezionale “centenario”, che fa rivivere la memoria storica dei luoghi ritratti. Carlo Borella racconta la stagione degli Anni Trenta con immagini miniaturizzate dei borghi del suo lago Verbano. Quindi agli Anni Cinquanta, che videro l’artista protagonista nel celebrare il paesaggio di Val Malenco con circa un centinaio di opere. Sono scorci ormai mutati, stravolti dal modernismo, e quindi testimonianza esclusiva di un tempo passato, autentica memoria storica, dimenticata e trascurata dagli stessi malenchi. L’arte non ha confini e, grazie alla sua pittura, Borella ha contribuito a far conoscere la Val Malenco. Le immagini più autentiche della valle, nell’impronta pittorica, vengono da Carlo Borrella, che l’ha ritratta sulle tele con gli occhi e col cuore. Un generoso merito. L’estremo sogno dell’artista sarebbe di vedere raccolte tutte le sue tele in una fondazione permanente che ricordi e custodisca tutta la lunga opera. Rispetto ai nostri giorni, l’arte “centenaria” di Carlo Borella dialoga di valori, rifugge il compiacimento immediato, l’esteticità facile e altisonante. Una lezione da considerare.
Ermanno Sagliani


La poetica emotiva... - invito

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