(da
Admo Notizie n.14 - giugno 2000)
Non ho niente da chiedervi perché ho già visitato il vostro sito e ho
già fatto le analisi per entrare nel registro dei donatori. Vorrei solo
dirvi "Grazie di esistere". Ho 19 anni e poco prima di fare 18 anni
vi ho telefonato e mi sono messa in lista per fare le analisi; un anno
dopo sono stata chiamata. Ho fatto le analisi il 9/12/98, lo ricorderò
per tutta la vita. Spero, un giorno, di poter donare il mio midollo
a qualcuno perché penso che salvare una vita sia la cosa più bella del
mondo.
Già quando avevo 15 anni vi telefonavo, ma voi mi dicevate sempre che
finché non avessi compiuto 18 anni non avrei potuto donare. Non potete
capire il dispiacere che provavo ad ogni vostro rifiuto; volevo aiutare
i ragazzi della mia età che non potevano correre e giocare come me…
Sono consapevole del fatto che la leucemia non sarà sconfitta entro
breve tempo, però sono sicura che prima o poi si troverà una soluzione
a questo problema. Ho fiducia nella medicina; intanto so che in qualsiasi
momento potrei essere chiamata. E so anche che in qualsiasi momento
correrei da colui, o colei, che in quel momento a bisogno di me. Per
permettere ad un altro viso di sorridere alla vita. Con affetto e stima,
Valentina. P.S. Vorrei ringraziare tutti coloro che si impegnano nel
campo della ricerca perché penso che malattie come la leucemia siano
un problema di tutti e non sono di chi è costretto a combatterci. GRAZIE!!!
DEC. 1999 Caro donatore di midollo osseo. Il mio nome è E., ho 14 anni
e mi hai salvato la vita. Con l'aiuto del tuo midollo io finalmente
sto guarendo. La mia malattia è cominciata nel 1990 e non c'erano speranze
di guarigione, l'unica possibilità era un trapianto di midollo osseo.
Trovare un donatore di midollo compatibile non era facile, perché le
possibilità erano 1:5.000.000, ma io sono stato fortunato perché ti
ho trovato e tu eri pronto a donarmi il midollo. Per questo ti ringrazierò
tutta la vita ! Grazie mille. Veramente di cuore ! Adesso sono "un po'
italiano" e sto bene. Ora non ho più bisogno di trasfusioni di sangue,
vado a scuola e amo la vita, i miei genitori, mio fratello e faccio
a te e alla tua famiglia (se ce l'hai) i migliori auguri per un "felice
anno nuovo" 2000 !
Sei una persona meravigliosa! Ti ringrazierò per sempre! E. Scusami,
la mia famiglia e io non sappiamo parlare né scrivere in italiano. Un'amica
di famiglia, originaria di Modena, ho tradotto questa lettera in italiano.
Il suo bambino è stato trapiantato in Germania.
Ciao mi chiamo Marco, ho 30 anni e circa due anni fa improvvisamente mi è stata diagnosticata una grave malattia del sangue: la mielodisplasia. Il primario di ematologia dell'Ospedale Niguarda di Milano, alla quale mi sono rivolto, ha sostenuto fin dal principio che il trapianto di midollo osseo sarebbe stata l'unica soluzione che mi avrebbe garantito buone possibilità di guarigione. Sfortunatamente nessuno dei miei fratelli è risultato compatibile, perciò il mio nome è entrato nella lista di tutti coloro che si rivolgono al Registro Nazionale per la ricerca di un donatore compatibile. La ricerca, per fortuna, è andata molto bene, infatti, è stato trovato un donatore italiano straordinariamente compatibile al 100%.
Il 18 giugno 1998, circa un anno dopo la diagnosi, ho fatto il trapianto. Tutto è andato per il meglio ed ora sono passati circa nove mesi. Con queste poche righe, vorrei ringraziare la persona che mi ha donato il midollo perché con questo suo piccolo-grande gesto, ha ridato la vita a me e a tutta la mia famiglia. Io sono sposato con Emanuela e circa tre mesi prima del trapianto è nato Davide, il nostro primo figlio.
Con questo, voglio dimostrare che il mio amico donatore con il suo gesto, non solo mi ha salvato la vita, ma ha anche permesso di rafforzare l'amore che avevo e che ho nei confronti di mia moglie e di mio figlio. Io mi ritengo un uomo fortunato nell'essere riuscito a trovare un donatore compatibile ma purtroppo, per molti non è così. Ecco perchè bisogna essere in tanti ad iscriversi a ADMO.
Io voglio ringraziare anche tutta l'équipe del Centro Trapianti di Midollo del reparto di Ematologia dell'Ospedale Niguarda, perché sono delle persone fantastiche dal lato professionale e perché riescono ad instaurare con il paziente un rapporto umano sincero che è fondamentale per la buona riuscita del trapianto. Tutto questo non è sufficiente per guarire: bisogna avere vicina la famiglia, cercare di sentirsi sempre forti anche nei momenti più difficili, perché i medici e i donatori ci aiutano ma siamo noi stessi che dobbiamo aiutarci!
Io e tutta al mia famiglia appoggiandoci alla sede ADMO di Lodi cerchiamo di raccogliere nominativi di nuovi donatori e offerte attraverso le varie iniziative che la stessa associazione periodicamente ci propone. Questa mi sembra l'unica cosa che posso fare per dimostrare la mia riconoscenza nei confronti di ADMO e del mio amico donatore.
Grazie!.
Marco
(da Admo Notizie n.10 - giugno 1998)
Probabilmente sono stata lultima donatrice ad essere inserita nei dati statistici sul TMO pubblicati sul vostro ultimo notiziario. Vi racconto questo momento di vita per far capire cosa si prova nel vivere unesperienza simile, perché questo possa rappresentare uno stimolo per chi pensa di iscriversi al registro dei donatori, una gratificazione e una speranza di poter donare a chi ha già provveduto a farlo...
Dopo quattro anni dalliscrizione, sono stata chiamata ad effettuare la prova del terzo livello di tipizzazione e, di seguito a questa, cè stata la conferma della compatibilità. La richiesta era per un ragazzino di 14 anni. Ho provato grandi momenti di dolcezza.
Cè stato un mese di attesa prima dellespianto...
Un mese di emozioni, di gioia e di tenerezza per quella giovane vita che stava attendendo e per la quale forse ero lunica speranza. Un sentimento di positività ha coinvolto la mia famiglia (uno dei miei figli ha la stessa età del ragazzo). In me ho avvertito un senso di rinnovata (per quanto inconsueta) maternità. Per lui si preparava la conquista di una seconda vita.
Negli ultimi dieci giorni, quelli che mi separavano da questo bellissimo appuntamento e durante i quali, al ragazzo veniva praticato per lappunto il condizionamento (trattamento che lo avrebbe legato irreversibilmente a me per la sopravvivenza), mi sono trattata con molta più cura, mi sono trovata più attenta anche ad attraversare la strada.
Sono trascorsi ormai due mesi e come da regolamento, non so nulla di lui, nemmeno come sta.
I miei sentimenti sono vivi più che mai, lo immagino e lo penso con tenerezza.
Cè una presenza in più nella mia vita. Quante volte col pensiero sono vicino a lui ed ai suoi genitori, perché come madre so bene cosa stanno provando e quante volte mi sembra di avvertire inconsciamente la sensazione di essere a mia volta nei loro pensieri.
Umanamente tutto questo riempie molto...
La degenza è durata due giorni. Posso dire che alle 8 del secondo giorno, sono entrata in sala operatoria, alle 18 ho lasciato lospedale, in anticipo rispetto ai tempi previsti, perché stavo benissimo. Poche ore prima era decollato laereo che trasportava il mio midollo (custodito da una dottoressa che era venuta appositamente dalla Francia per prelevarlo) e dopo latterraggio, la corsa verso lospedale per il trapianto.
Le mie sensazioni fisiche del post-intervento sono risultate praticamente insignificanti. Di significativo sicuramente, cera la felicità e la serenità che provavo dentro. La sorpresa e labbraccio dei miei figli, che non si aspettavano il mio anticipato rientro, hanno concluso questa giornata così particolare.
Insieme lo abbiamo pensato mentre proprio in quei momenti, probabilmente, stava ancora ricevendo nuova energia vitale. Sicuramente rifarei altrettanto per unaltra vita e senza indugio.